Appunti dal libro e dal webinar di Giorgio Capellani
Giorgio Capellani, ingegnere, dal 1985 al 2014 ha ricoperto ruoli professionali e direttivi nel settore delle Tecnologie Informatiche per aziende multinazionali, in contesti sia nazionali sia internazionali.
Da alcuni anni insegna materie scientifiche nelle scuole Steiner/Waldorf a Milano e collabora con i seminari di formazione per insegnanti dei corsi di fisica e di chimica.
Leggi il libro Crescere nell’era digitale, per capire come, se e quando i bambini devono approcciarsi alla tecnologia.
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Giorgio Capellani ha svolto un’ importante ricerca per aiutare i genitori a diventare maggiormente consapevoli, a riprendersi il ruolo di guida ed accompagnare i figli nel mondo digitale in cui ci troviamo a vivere.
Guarda anche il webinar, da cui ho tratto i concetti di questo articolo.
La chiave è la consapevolezza: dobbiamo comprendere il fenomeno per poter agire.
Il punto di partenza, dunque, è l’osservazione del fenomeno: cosa sta succedendo, dove stiamo andando?
Si può dire che, ormai, la tecnologia sia diventata pervasiva: il digitale è sempre più presente nelle nostre vite, siamo immersi nella tecnologia da ogni punto di vista. Chiediamoci quali effetti ha questa pervasività sui bambini.
I dati americani sull’utilizzo del digitale dicono che dai 6 anni ai 64 anni il tempo di connessione è di 7 ore al giorno.
In Inghilterra, il 54% dei bambini dai 3 ai 4 anni naviga sul web.
Come influisce la tecnologia nella vita quotidiana?
Stiamo assistendo ad una vera e propria mutazione antropologica, infatti ormai deleghiamo molte nostre facoltà alla tecnologia: il senso dell’orientamento, il movimento, i sensi di base, la memoria, le capacità logico-analitiche, le capacità sociali, il gioco, la sessualità. Deleghiamo le nostre qualità umane alle macchine.
La tecnica va utilizzata, ma chi la può utilizzare al meglio? Soltanto l’essere umano completo, con tutte le sue qualità umane sviluppate. Per questo la tecnologia non è adatta ai bambini, che sono esseri in via di sviluppo.
Come funziona il cervello?
Alla nascita abbiamo 100 miliardi di neuroni. Dopo i 70 anni si perdono 100.000 neuroni al giorno. I collegamenti tra i neuroni, cioè le sinapsi, abilitano funzionalità umane durante lo sviluppo e in particolare a 7, 14, 21 anni. Si tratta di capacità sociali, ambientali, linguistiche, di pensiero, che se non vengono sviluppate in un determinato momento della vita, portano alla recisione dei neuroni inutilizzati. Quindi, è importante che determinate esperienze siano vissute dal bambino durante la crescita.
La corteccia prefrontale è la sede principale delle seguenti funzioni esecutive: pianificazione, creazione di strategie, controllo delle emozioni, attenzione, concentrazione, autocontrollo degli impulsi. Questa parte del cervello arriva a completa maturazione a 21 anni. Stimolarla troppo presto crea un danno. Ogni cosa deve avvenire a suo tempo. La corteccia prefrontale è quella che viene coinvolta quando si usano, ad esempio, i videogiochi.
Cosa comporta l’utilizzo della tecnologia nelle scuole?
L’apprendimento richiede la relazione umana. Infatti, abbiamo visto che la didattica a distanza ha come risultato un livello di apprendimento basso. Attraverso il video si può addestrare e comunicare da un punto di vista solo intellettuale, dare istruzioni, ma non insegnare. A scuola non ha senso digitalizzare, soprattutto alla primaria e alla secondaria di prima grado.
Perfino i guru della Silicon Valley hanno dichiarato di non lasciare utilizzare smartphone e ipad ai figli prima dei 14 anni, perchè sono ben consapevoli delle problematiche che la tecnologia può dare prima di quella età.
La violenza nei media
I bambini imitano tutto e, se hanno accesso libero ai media, entrano in contatto con scene o parole violente, nei video, nelle canzoni, nei film, nelle serie tv, nei videogiochi.
Da uno studio risulta che la prima ricerca pornografica avviene in media a 11 anni. Per il bambino che sta formando una coscienza sentimentale, questo stimolo non è adatto.
I rischi dei social sui bambini
Bisognerebbe avere un account social solo se si ha già una vita sociale nella realtà! La presenza dei bambini sui social diminuisce le attitudini sociali reali. Il bambino è un essere in via di sviluppo e non ha ancora le capacità sociali, che dovrebbe sviluppare nella vita reale.
Persone con qualità umane profonde e forti possono gestire al meglio il digitale, mentre i bambini sono fragili da questo punto di vista, proprio perchè le loro qualità umane non sono tutte sviluppate.
Non si tratta di dire no alla tecnologia, ma di capire che esistono stimoli adeguati all’età: fino a 7 anni non è utile, anzi è controproducente qualsiasi stimolo digitale.
Quali sono i rischi legati alle tecnologie digitali?
Uno studio svolto in Germania (studio Blikk del 2017) su bambini sopra i 6 anni che utilizzano i media digitali per almeno 30 minuti al giorno, rivela le seguenti problematiche:
- diminuzione della concentrazione e iperattività (ADHD).
- Problemi di organizzazione del linguaggio.
- Diminuzione della capacità di memorizzare.
- Focus sul processo e sulla velocità e non sui contenuti. Il pensiero veloce è un pensiero reattivo, mentre il pensiero lento è quello che permette di concentrarsi sui contenuti.
- Incapacità di giocare in maniera autonoma per lungo tempo.
- Obesità.
La cartina tornasole della salute dei bambini è la capacità di giocare in autonomia a lungo. Il gioco libero è fondamentale per lo sviluppo del movimento, della relazione, dell’uso fine delle mani. Nel gioco libero c’è tutto, mentre nel digitale il bambino viene unilateralizzato.
Quali sono i rischi della rete
- Cyberbullismo.
- Grooming (adescamento on line).
- Fake news.
- Truffe on line.
- Ciò che si pubblica rimane per sempre.
- Sexting e revenge porn.
- Aspetti legali.
Quando, a 18 anni, diamo la macchina ai nostri figli, dobbiamo fare in modo che siano consapevoli del rischio che si corre andando in macchina e delle responsabilità civili e penali che conseguono al suo utilizzo. La stessa cosa dovrebbe essere per l’utilizzo dello smartphone!
Quali sono gli effetti negativi della tecnologia dal punto di vista fisico?
- Problemi posturali muscolo-scheletrici.
- Sindrome del tunnel carpale e del gomito del mouse.
- Irrigidimento del cristallino (se non si toglie lo sguardo dallo schermo ogni 15 minuti).
- Attenuazione della capacità uditiva.
- Obesità.
- Ansia, insonnia, stress, sociopatia, dipendenza.
- PSE (L’epilessia fotosensibile) da utilizzo massiccio dei videogiochi.
- Effetti delle radiazioni elettromagnetiche.
Inoltre, sono nate nuove psico patologie dall’uso del digitale, che sono o ossessivo-compulsive o narcisistiche.
I bambini e la televisione
Il bambino ha bisogno di crescere nella bellezza della natura: la TV offre contenuti non reali, colori falsi, immagini che scorrono troppo veloci, stimoli sensoriali fasulli. Fino a 7 anni i bambini non dovrebbero entrare in contatto col mondo digitale.
Prima di offrire uno strumento digitale a un bambino, dobbiamo garantirgli:
- movimento,
- arte,
- gioco,
- bellezza,
- socialità.
Queste sono le priorità per lo sviluppo armonioso del bambino.
Leggi l’articolo sull’importanza del senso del tatto per lo sviluppo del bambino
Cosa possono fare i genitori
- Avere consapevolezza dei rischi dell’utilizzo dei media digitali.
- Farsi carico di accompagnare e guidare i figli nell’utilizzo della tecnologia.
- Dare l’esempio su come si utilizzano i media digitali in maniera consapevole.
- Riappropriarsi dell’autorità nei confronti dei figli per offrirgli solidità ed equilibrio.
- Offrire occasioni di socialità nella vita reale, in alternativa alla socialità sul web.
- Fare comunità con altri genitori per accordarsi sull’utilizzo dello smartphone dei figli e creare una socialità reale alternativa al virtuale.
- Non accettare tutto dall’istituzione scolastica: si può anche opporsi all’uso della tecnologia, insensato alla scuola primaria.
- Controllare chi sono i personaggi (cantanti, influencer) che i figli seguono e quali messaggi trasmettono: i bambini hanno bisogno di eroi, ma dobbiamo vigilare che scelgano quelli giusti.
- Ricordarsi che trasmettiamo ai figli ciò che coltiviamo noi stessi nell’ interiorità: i gesti e i pensieri educano, non solo la parola. Se il genitore si auto-educa e sa gestire la propria volontà, può educare i figli a fare altrettanto.
Le regole da stabilire per utilizzare la tecnologia con buon senso
Ogni famiglia dovrebbe stilare un regolamento sull’utilizzo della tecnologia, tenendo in considerazione questi aspetti:
- SPAZIO: evitare la pervasività nei locali e in casa (no a TV e PC in camera, no al cellulare a tavola…).
- TEMPO: decidere tempi e modi di utilizzo.
- CONNETTIVITA’: limitare l’accensione del wi-fi.
- MODALITA’: in che modo si possono utilizzare cellulari, videogiochi, i-pad, tv.
- EFFETTI: aiutare i ragazzi a comprendere gli effetti fisici e psicologici.
- NETIQUETTE: aiutare i ragazzi a comprendere come ci si deve comportare on line.
- RESPONSABILITA’: aiutare i ragazzi a comprendere i risvolti legali.
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Ogni famiglia deve trovare il proprio equilibrio nell’uso della tecnologia, mettendo insieme conoscenza e consapevolezza ed avendo il coraggio di riappropriarsi del ruolo genitoriale: i ragazzi devono essere controllati, non esiste la privacy! I genitori hanno la responsabilità civile e penale delle azioni dei propri figli.
L’adulto ha il compito di auto-educarsi, di essere desto e di guidare i figli, sempre con amore e accoglienza.