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Educare vuol dire forgiare o plasmare? Educare è come scrivere su pagine bianche? Per crescere un figlio è necessario nutrire il corpo, l’anima e considerare anche lo spirito.
Tutto dipende dalla visione che si ha dell’uomo e quindi del bambino. Se l’uomo non è altro che un animale un po’ più sviluppato o un essere formato soltanto da corpo e materia grigia, processi chimici e connessioni neuronali, è possibile arrivare alla conclusione che un bambino sia come un vaso vuoto da riempire. Io invece riconosco che c’è di più nell’uomo e di conseguenza vedo l’educazione come aiuto e supporto alla vita.
Perché è importante educare
Se si considera che l’uomo è formato da corpo, anima e spirito, si può avere una visione più completa e prendere in considerazione qualcosa di più: l’evoluzione spirituale.
Un bambino che nasce è un essere spirituale che si incarna, che entra nella materia per fare un’esperienza di vita terrena. E dopo questa vita tornerà nel mondo spirituale e poi entrerà un’altra volta nel mondo materiale. L’educazione steineriana prende in considerazione anche questo aspetto e mette in connessione tutto: la parte fisica, animica e spirituale dell’uomo e quindi del bambino.
Sappiamo che per crescere sano e forte il nostro bambino deve mangiare bene. Ma è importante nutrire anche l’anima di un essere umano in evoluzione. Steiner dice che un bambino quando nasce deve essere nutrito con il latte materno, più avanti, dai sette anni, dovrà essere nutrito con latte animico e quando arriva la pubertà il bambino avrà bisogno invece di latte spirituale.
Sembra che nella nostra cultura sia fondamentale nutrire i bambini nel corpo e nell’intelletto, ma pochi si preoccupano di nutrire l’anima e lo spirito.
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Per educare il bambino è necessario conoscere l’uomo
Nel corso di una vita un essere umano attraversa molte fasi di sviluppo, di trasformazione. Ogni fase ha le sue particolari necessità, che è necessario riconoscere per poter educare.
Un bambino può diventare un uomo soltanto se è guidato da altri uomini che lo circondano. Gli animali nascono e sanno già istintivamente cosa devono fare, sono pronti per camminare e seguire il branco. L’uomo ha una vita più lunga e ha bisogno di più tempo per essere guidato e curato dagli adulti e per apprendere le principali facoltà dell’uomo, che sono nell’ordine: camminare, parlare e pensare. Queste facoltà non sono scritte nel patrimonio genetico, ma sono apprese dall’ambiente in cui si vive.
Gli adulti che si prendono cura dei bambini piccoli dovrebbero essere consapevoli del fatto che tutto ciò che accade intorno a loro nei primi anni di vita, a livello fisico, emotivo, mentale, concorre a formare la persona che si sta sviluppando.
Educare è un’arte
Un educatore dovrebbe prima di tutto conoscere l’essere umano, le sue parti costitutive, come si sviluppa, cosa avviene lungo il suo sviluppo, di cosa ha bisogno per potersi sviluppare in maniera armoniosa. La parte difficile poi è applicare queste conoscenze trovandosi davanti sempre un individuo unico, diverso da tutti gli altri, con la sua storia personale, il suo karma, il suo destino. Per fare questo lavoro bisogna sapersi avvicinare ai bambini in maniera umile, con amore, con attenzione e osservare tantissimo prima di avere qualunque iniziativa.
Quando si pensa all’educazione, si pensa a metodi, regole da seguire, nozioni da impartire, ma educare è molto di più: è l’incontro tra due anime, la nascita di una relazione che permette a entrambi di evolvere.
Nel libro “L’educazione come arte” si parla della conoscenza dell’essere umano come base per l’educazione e della professione di educatore vista come arte.
![]() | L’educazione Come Arte Dal complesso dell’entità umana Rudolf Steiner |