Su questo blog si trovano link di affiliazione. Si tratta di prodotti che conosco, che apprezzo, che utilizzo e che ti suggerisco. Se acquisti tramite i link, potrei ricevere una commissione senza nessun costo aggiuntivo per te.
In questo modo, potrò continuare a scrivere e lavorare a questo progetto. Grazie!
Li chiamano “i terribili due anni”: ma perché sono terribili i due anni dei bambini? Intorno ai due anni di età, il bambino inizia ad avere un comportamento oppositivo, inizia a fare più capricci, ad avere crisi di pianto e attacchi di rabbia.
Perché il comportamento del bambini di 2 anni cambia improvvisamente? Questa crisi è in realtà una manifestazione di una trasformazione importante che sta avvenendo nel bambino: a 2/3 anni si acquisisce una maggiore consapevolezza di sé, un primo barlume di autocoscienza. Il bambino di questa età si rende conto di avere una propria volontà, diversa da quella dei genitori e la manifesta soprattutto nel fare. Ad esempio, un bambino di due anni solitamente diventa ostinato nel chiedere di fare qualcosa, vuole fare tutto da solo ed esprime questa esigenza con molta forza.
Quando iniziano e quando finiscono “i terribili due” anni?
Si tratta di un passaggio evolutivo, un cambiamento dello stato di coscienza, che dovrebbe accadere intorno ai tre anni, ma da qualche tempo si nota già intorno ai due anni di età. Questa fase evolutiva del bambino è comunemente conosciuta come la fase dei “terribili due anni”. E’ una fase che può iniziare anche a 18 mesi e andare oltre i 3 anni di età.
La verità è che i bambini, intorno ai 2 anni di età sono meravigliosi! E’ un’età bellissima, basta solo capire cosa succede, cosa stanno vivendo i bambini a questa età e cosa li porta ad avere delle crisi di pianto o ad essere così ostinati.
Si può capire che sta avvenendo un cambiamento importante nel bambino, quando inizia a riferirsi a se stesso con il pronome “io”, mentre fino a quel momento parlava di sé in terza persona. Cosa indica questo passaggio? Una presa di coscienza di sé, un primo passo verso l’autocoscienza. Si tratta, quindi, di un evento importante e di una fase fondamentale per lo sviluppo. Ma i genitori a volte fanno fatica ad accogliere questo avvenimento con gioia, perché spesso arriva accompagnato dalla famigerata fase del “no”!
La fase del “no”! 3 consigli per affrontare la fase oppositiva
Quando il tuo bambino dice no, e a 2/3 anni è forse la parola più utilizzata, non sempre è ciò che vuole dire: dire no è come dire “io”, è opporsi per affermarsi. Non è detto che davvero non voglia andare al parco o all’asilo.
Cosa puoi fare?
1 Accogli lo stato d’animo, il sentire del tuo bambino, ma accompagnalo: tu sei la sua guida, tu sai cosa fare; accompagna con le azioni, con la calma, con autorevolezza il tuo bambino a fare ciò che deve fare.
2 Non spiegare le tue motivazioni, non dire cosa bisogna fare o non fare. Utilizza poche parole di accompagnamento alle azioni, non fare lunghi discorsi. Il bambino non è razionale, è guidato dai suoi istinti e non ha bisogno di spiegazioni razionali, che confondono.
3 Il gioco aiuta sempre: stupisci con un’azione bella e inaspettata oppure racconta una storia per invogliare a fare qualcosa.
Come affrontare i “terribili due anni”?
Come tutti i periodi di passaggio da una fase di sviluppo ad un’altra, quando c’è un risveglio di coscienza, è facile che il bambino possa vivere delle piccole crisi, dei momenti difficili, ma ad un certo punto, passata questa fase, si ristabilisce sempre un nuovo equilibrio (fino alla prossima crisi!).
Come puoi affrontare questa fase con serenità: capire le motivazioni di quel che succede, sapere che ciò che sta avvenendo non è solo normale, ma è sano e bellissimo, ti aiuterà a cambiare prospettiva. Il tuo bambino sta attraversando un passaggio evolutivo importante, puoi esserne felice.
Ricordiamoci che è prima di tutto il bambino a vivere un momento delicato e complesso, noi dobbiamo rimanere saldi e tranquilli per essergli di aiuto.
Come risolvere i “capricci” dei bambini di 2/3 anni?
Cosa fare quando i bambini di 2/3 anni fanno molti capricci? In realtà, la parola capricci non mi piace. E’ vero che se il bambino non sente riconosciuta la propria volontà, può manifestare rabbia con crisi di pianto, urla e scene che possono risultare imbarazzanti se ci troviamo in pubblico. Ma è importante avere chiaro il fatto che non si tratta di una sfida contro l’adulto, ma di un tentativo di autoaffermazione.
Il bambino semplicemente non accetta più tutto di buon grado, ma iniziando a capire di essere una persona separata dai genitori, inizia anche a voler manifestare la propria volontà.
Un bambino di due o tre anni non può affrontare nel modo migliore questo suo nuovo stato di coscienza ed è portato ad avere delle crisi. Per questo ha bisogno di trovare l’aiuto dell’adulto.
Perché mio figlio a 2 anni è diventato aggressivo e mi picchia? 5 riflessioni utili
1 I bambini ci imitano: se tuo figlio ha risposte aggressive quando si sente frustrato, quando gli viene rifiutato qualcosa, è perché ha imparato questa modalità di risposta, l’ha assorbita dal suo ambiente.
Un bambino che viene picchiato, impara a picchiare. Se usi un linguaggio violento con tuo figlio, gli stai insegnando ad avere un linguaggio violento.
2 Fermarti e pensa prima di dire “no”. Non è realmente sempre necessario negare qualcosa e, per rendersene conto, bisogna prendersi uno spazio di riflessione. La sera, prima di addormentarsi, è utile ripercorrere la giornata e rivedere nella propria mente i momenti di crisi di pianto o di rabbia di tuo figlio e verificare se avresti potuto fare o dire qualcosa di diverso.
A volte diciamo “no” per pigrizia, perché è più semplice. A volte, il problema è la fretta: i bambini hanno bisogno di spazio e tempo, noi invece andiamo sempre di corsa e non ci soffermiamo mai sulle cose.
3 I bambini piccoli vivono nell’azione e agiscono di istinto, non sono ancora in grado di usare la razionalità, agiscono di impulso. Per lo stesso motivo, ricorda che non può spiegarti perché ha fatto qualcosa e non può neanche capire le lunghe spiegazioni del perché una cosa non si deve fare.
Leggi anche l’articolo MIO FIGLIO NON MI ASCOLTA! 7 DOMANDE DA PORSI
4 Riconoscere e accogliere i sentimenti del bambino, ma non accettare i comportamenti sbagliati. Tu sei il genitore e devi essere una guida, devi dare una direzione su ciò che si può e non si può fare, devi dare dei limiti, delle regole. Tutto questo è importante farlo mantenendo la calma, la serenità ed evitando il giudizio. Questo è l’ideale, ma, ovviamente siamo umani e possiamo sbagliare! L’importante è provare. Ricorda sempre che il tuo bambino ha bisogno di sentire che tu hai il controllo della situazione: se non riesci a controllare le tue reazioni, il bambino non può sentirsi al sicuro ed avere fiducia nella tua guida.
5 Punire non serve: rovina la relazione, crea risentimento, sentimenti negativi e paure.
Leggi anche l’articolo PUNIRE E SGRIDARE SONO PRATICHE EDUCATIVE CORRETTE?
Come comportarsi per gestire i terribili due anni (o i terribili tre)? 5 consigli
- 1 E’ utile avere la consapevolezza che si tratta di una fase di sviluppo. Evita di dire troppi no, accogli quando è possibile farlo, ma è importante restare fermi e saldi sui no che sono importanti.
- 2 Cerca di vedere il lato positivo: il tuo bambino sta crescendo, si sta sviluppando nella maniera corretta.
- 3 Educa i tuoi pensieri e i tuoi sentimenti: restare saldi e calmi aiuta a riportare il bambino ad uno stato di tranquillità. Se ti fai trascinare dal suo stato d’animo, non lo aiuti. Se lui è in crisi, tu sei calmo per lui. Sei la sua ancora e il suo esempio.
- 4 Le sane abitudini diventano ancora più importanti:
-mantenere una routine adeguata all’età del bambino
-alternare momenti di gioco libero a momenti di coccole e tempo di qualità da trascorrere insieme
-passare del tempo all’aria aperta tutti i giorni
-trovare momenti e spazi adatti al movimento corporeo in libertà tutti i giorni
-evitare la tv o i video. - 5 Abbraccia tuo figlio appena si calma e fagli sentire che va tutto bene; anche se c’è stato un momento di tensione e di contrasto, fagli sentire che sei presente e lo ami.
Per i genitori di bambini in età prescolare c’è il libro Come sviluppare tutti i talenti del bambino, in cui si parla della volontà dei bambini piccoli, dell’importanza del ritmo, dell’esempio, dell’immaginazione e tanto altro. Si trovano anche suggerimenti su attività e giochi. Leggilo anche tu per capire meglio il tuo bambino e aiutarlo nel suo sviluppo.
![]() | Arve Mathisen La pedagogia steineriana rivolta ai genitori € 13,50 |
Ci sarà un’altra fase di passaggio difficile più avanti, quella dei nove anni;
ne ho parlato nell’articolo: IL BAMBINO DI 9 ANNI. PERCHÈ È UN’ETÀ PARTICOLARE?.