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28 Febbraio 2021

“I terribili due anni”: è solo una fase di passaggio

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Li chiamano “i terribili due anni”: perché sono terribili? Perché il bambino di circa due anni inizia ad avere un comportamento oppositivo, inizia a fare più capricci, ad avere crisi di pianto e attacchi di rabbia.
Perché il comportamento del bambini di 2 anni cambia improvvisamente? Questa crisi è in realtà una manifestazione di una trasformazione che sta avvenendo nel bambino, che inizia ad avere una maggiore consapevolezza di sé, si rende conto di avere una propria volontà, separata dai genitori, e la esprime nel fare, nel voler fare tutto e da solo, ad esempio.

Quando iniziano e quando finiscono “i terribili due” anni?

Si tratta di un passaggio evolutivo, un cambiamento dello stato di coscienza, che dovrebbe accadere intorno ai tre anni, ma da qualche tempo si nota già intorno ai due anni di età. Questa fase evolutiva del bambino è comunemente conosciuta come la fase dei “terribili due anni”. E’ una fase che può iniziare anche a 18 mesi e andare oltre i 3 anni di età.

La verità è che i bambini, intorno ai 2 anni di età sono meravigliosi! E’ un’età bellissima, basta solo capire cosa succede, cosa stanno vivendo i bambini a questa età e cosa li porta ad avere delle crisi di pianto o ad essere così ostinati.

Si può capire che sta avvenendo un cambiamento importante nel bambino, quando inizia a riferirsi a se stesso con il pronome “io”, mentre fino a quel momento parlava di sé in terza persona. Cosa indica questo passaggio? Una presa di coscienza di sé, un primo passo verso l’autocoscienza. Si tratta, quindi, di un evento importante e di una fase fondamentale per lo sviluppo. Ma i genitori a volte fanno fatica a prendere questo avvenimento con gioia, perché spesso arriva accompagnato dalla famigerata fase del “no”!

Il mio bambino dice sempre “no”! 3 consigli

Quando il tuo bambino dice no, e a 2/3 anni è forse la parola più utilizzata, non sempre è ciò che vuole dire: dire no è come dire “io”, è opporsi per affermarsi. Non è detto che davvero non voglia andare al parco o all’asilo.
Cosa puoi fare?

1 Accogli lo stato d’animo, il sentire del tuo bambino, ma accompagnalo: tu sei la sua guida, tu sai cosa fare; accompagna con le azioni, con la calma, con autorevolezza il tuo bambino a fare ciò che deve fare.

2 Non spiegare le tue motivazioni, non dire cosa bisogna fare o non fare. Utilizza poche parole di accompagnamento alle azioni, non fare lunghi discorsi. Il bambino non è razionale, è guidato dai suoi istinti e non ha bisogno di spiegazioni razionali.

3 Il gioco aiuta sempre: stupisci con un’azione bella e inaspettata oppure racconta una storia per invogliare a fare qualcosa.

Come affrontare i “terribili due anni”?

Come tutti i periodi di passaggio da una fase di sviluppo ad un’altra, quando c’è un risveglio di coscienza, è facile che il bambino possa vivere delle piccole crisi, dei momenti difficili, ma ad un certo punto, passata questa fase, si ristabilisce sempre un nuovo equilibrio (fino alla prossima crisi!).

La consapevolezza aiuta i genitori: capire le motivazioni di quel che succede, sapere che ciò che sta avvenendo non è solo normale, ma è sano e bellissimo! Cambiare la prospettiva aiuta: se il genitore si rende conto che il suo bambino sta attraversando un passaggio evolutivo importante, ne è orgoglioso e felice.

Ricordiamoci che è prima di tutto il bambino a vivere un momento delicato e complesso, noi dobbiamo rimanere saldi e tranquilli per essergli di aiuto.

Come risolvere i “capricci” dei bambini di 2/3 anni?

La parola capricci non mi piace. E’ vero che se il bambino non sente riconosciuta la propria volontà, può manifestare rabbia con crisi di pianto, urla e scene che possono risultare imbarazzanti se ci troviamo in pubblico. Ma è importante avere chiaro il fatto che non si tratta di una sfida contro l’adulto, ma di un tentativo di autoaffermazione.
Il bambino semplicemente non accetta più tutto di buon grado, ma iniziando a capire di essere una persona separata dal resto del mondo, inizia anche a voler manifestare la propria volontà.
Un bambino di due o tre anni non può affrontare nel modo migliore questo suo nuovo stato di coscienza ed è portato ad avere delle crisi. Per questo ha bisogno di trovare l’aiuto dell’adulto.

Perché mio figlio a 2 anni è diventato aggressivo? Perché mi picchia? 5 riflessioni utili

1 I bambini ci imitano: se tuo figlio ha risposte aggressive quando si sente frustrato, quando gli viene rifiutato qualcosa, è perché ha imparato questa modalità di risposta, l’ha assorbita dal suo ambiente.
Un bambino che viene picchiato, impara a picchiare. Se usi un linguaggio violento con tuo figlio, impara a fare altrettanto.

2 Fermarsi a pensare prima di dire “no” ai bambini. Non è realmente sempre necessario negare qualcosa e, per rendersene conto, bisogna prendersi uno spazio di riflessione. La sera, prima di addormentarsi, è utile ripercorrere la giornata e rivedere nella propria mente i momenti di crisi di pianto o di rabbia del bambino e verificare se avresti potuto fare o dire qualcosa di diverso.
Quando si dice di “no” al bambino piccolo che vuole fare qualcosa, può essere per pigrizia, perché richiede uno sforzo lasciar fare al bambino. A volte, il problema è la fretta: i bambini hanno bisogno di spazio e tempo, noi invece andiamo sempre di corsa e non ci soffermiamo mai sulle cose.

3 I bambini piccoli vivono nell’azione e agiscono di istinto, non sono ancora in grado di usare la razionalità, agisce di impulso e non ragiona sulla propria azione. Per lo stesso motivo, ricorda che non può spiegarti perché ha fatto qualcosa e non può neanche capire le lunghe spiegazioni del perché una cosa non si deve fare.

Leggi anche l’articolo MIO FIGLIO NON MI ASCOLTA! 7 DOMANDE DA PORSI

4 Riconoscere e accogliere i sentimenti del bambino, ma non accettare i comportamenti sbagliati. Il genitore deve essere una guida e dare una direzione al bambino piccolo su ciò che si può e non si può fare, deve dare dei limiti, delle regole. Tutto questo è importante farlo mantenendo la calma, evitando il giudizio. Questo è l’ideale, ma, ovviamente siamo umani e possiamo sbagliare! L’importante è provare. Ricorda sempre che il tuo bambino ha bisogno di sentire che tu hai il controllo della situazione: se non riesci a controllare le tue reazioni, il bambino non può sentirsi al sicuro ed avere fiducia nella tua guida.

5 Punire non serve: rovina la relazione, crea risentimento e ulteriori sentimenti negativi, paure.
Leggi anche l’articolo PUNIRE E SGRIDARE SONO PRATICHE EDUCATIVE CORRETTE?

In che modo possiamo aiutare il bambino durante i terribili due anni (o i terribili tre)? 5 consigli

  • 1 E’ utile avere la consapevolezza che si tratta di una fase di sviluppo. Evita di dire troppi no, accogli quando è possibile farlo, ma è importante restare fermi e saldi sui no che sono importanti.
  • 2 Cerca di vedere il lato positivo: il tuo bambino sta crescendo, si sta sviluppando nella maniera corretta.
  • 3 Educa i tuoi pensieri e i tuoi sentimenti: restare saldi e calmi aiuta a riportare il bambino ad uno stato di tranquillità. Se ti fai trascinare dal suo stato d’animo, non lo aiuti. Se lui è in crisi, tu sei calmo per lui. Sei la sua ancora e il suo esempio.
  • 4 Le sane abitudini diventano ancora più importanti:
    -mantenere una routine adeguata all’età del bambino
    -alternare momenti di gioco libero a momenti di coccole e tempo di qualità da trascorrere insieme
    -passare del tempo all’aria aperta tutti i giorni
    -trovare momenti e spazi adatti al movimento corporeo in libertà tutti i giorni
    -evitare la tv o i video.
  • 5 Abbraccia tuo figlio appena si calma e fagli sentire che va tutto bene; anche se c’è stato un momento di tensione e di contrasto, fagli sentire che sei presente e lo ami.

Per i genitori di bambini in età prescolare c’è il libro Come sviluppare tutti i talenti del bambino, in cui si parla della volontà dei bambini piccoli, dell’importanza del ritmo, dell’esempio, dell’immaginazione e tanto altro. Si trovano anche suggerimenti su attività e giochi. Leggilo anche tu per capire meglio il tuo bambino e aiutarlo nel suo sviluppo.

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La pedagogia steineriana rivolta ai genitori
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Ci sarà un’altra fase di passaggio difficile più avanti, quella dei nove anni;
ne ho parlato nell’articolo: IL BAMBINO DI 9 ANNI. PERCHÈ È UN’ETÀ PARTICOLARE?.

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By: ifiorielestelle · In: Sviluppo del bambino

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Sono Dani, una mamma appassionata di pedagogia. Ho conseguito la formazione in pedagogia steineriana. In questo spazio parlo di pedagogia steineriana, di scuole Waldorf (mia figlia ne frequenta una), di sviluppo del bambino, di educazione.

Chi sono

Sono Dani, una mamma appassionata di pedagogia. Ho conseguito la formazione in pedagogia steineriana e in questo spazio parlo di pedagogia steineriana, di scuole Waldorf, di sviluppo del bambino, di educazione.

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