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Il senso del tatto è fondamentale nello sviluppo del bambino perché entrando in contatto con qualcosa che appartiene al mondo esterno, egli prende coscienza di se stesso e inizia gradualmente a svegliare la sua coscienza.
Il senso del tatto alla nascita
Il primo contatto avviene durante il parto: il neonato, che arriva da una dimensione in cui è immerso nel Tutto, si ritrova in una dimensione molto diversa, dove egli è un individuo, ma non ne ha ancora coscienza.
Il neonato non sa esattamente dove finisce il proprio corpo e dove inizia il mondo esterno; lo scopre con gradualità, mediante un processo che richiede tempo. Ogni volta che viene preso in braccio, toccato, cambiato, ogni volta che mani e piedi si scontrano con la culla, che sente i vestiti addosso. In questo modo inizia il suo risveglio: molto gradualmente, inizia a sentire i confini del proprio corpo e a prendere coscienza di esistere come individualità separata dagli altri e dal mondo esterno. Ma è un processo che richiede anni, il distacco dal Tutto avviene su diversi livelli e gradualmente nel tempo.
Il senso del tatto nello sviluppo del bambino
Intorno ai tre anni il bambino inizia a prendere maggiore coscienza della sua individualità, capisce di avere una volontà separata da quella degli altri. Ce ne accorgiamo perché inizia a dire “io” quando parla di sé, mentre prima parlava in terza persona e inizia ad avere una volontà più forte. La cosa curiosa è che soltanto a questa età il bambino è fisicamente in grado di tastare ogni sua parte del corpo, le sue braccia sono abbastanza lunghe adesso. Questo perché il tatto è un senso collegato con la coscienza di sé.
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Se il senso del tatto viene curato nella prima infanzia, il bambino sviluppa sicurezza in se stesso, sviluppa coscienza di sé e di conseguenza degli altri. Quando si dice che una persona “ha tatto”, ci si riferisce ad una competenza animica, che si sviluppa a partire dalla cura del senso del tatto.
Come curare il senso del tatto nella prima infanzia?
Si può stimolare il senso del tatto nei bambini accogliendoli nelle nostre braccia, coccolandoli, giocando con loro, avendo cura dei materiali con cui entrano in contatto, lasciandoli esplorare in autonomia e sicurezza.
- Il bambino, quando nasce sulla Terra, lascia il Paradiso e resta un po’ in lui una nostalgia per la condizione in cui viveva. Per questo è importante che il distacco avvenga in maniera delicata, naturale, graduale e che il bambino piccolo si senta coccolato, accudito, al sicuro. Per questo è bene che l’ambiente del bambino sia caldo, accogliente, semplice e naturale. E non bisogna stare a sentire chi dice che i bambini non devono stare troppo tempo in braccio!
- Le esperienze tattili devono essere varie e sono da prediligere elementi naturali: non è necessario comprare i giochi sensoriali tattili che si trovano in commercio, se non qualche giochino di legno; ai bambini piccoli serve poter esplorare oggetti di casa, elementi presi direttamente dalla natura, materiali naturali.
- Un bambino che viene continuamente ripreso quando tocca qualcosa non sviluppa l’autonomia e la sicurezza che gli servono per la sua crescita. I piccolini portano tutto alla bocca: lasciamoglielo fare, è importante per loro esplorare ciò che trovano alla loro portata; si tratta di un’esperienza contemplativa soprattutto se a contatto con oggetti e materiali naturali. Ovviamente gli adulti devono fare in modo che tutto avvenga nella sicurezza.
- L’esperienza tattile con la natura è un’esperienza religiosa per il bambino: in qualche modo riconosce ciò con cui entra in contatto e prende anche coscienza di sé allo stesso tempo.
- Invece di proporre attività sensoriali particolari o complesse, si possono imparare tanti giochi con le dita adatti ai piccoli: può diventare un momento speciale per stare insieme, che magari finisce in un solletico! Anche il solletico infatti è un gioco tattile!
- Esperienze come fare il pane e modellare la cera sono molto importanti per educare il senso del tatto.
I sensi sono solo 5? Steiner parla di 12 sensi
I nostri sensi sono come finestre sul mondo esteriore, ma anche sulla nostra interiorità: secondo Steiner, infatti, non ci sono solo i sensi fisici, che ci mettono in contatto con il mondo materiale, ma esistono anche i sensi che appartengono alla sfera dell’anima e dello spirito.
I sensi che permettono di riconoscere il nostro stato e che riguardano il corpo fisico, chiamati sensi basali, sono alla base dello sviluppo:
- il senso del tatto
- il senso della vita – cioè percepire il nostro stato di benessere o malessere
- il senso del movimento
- il senso dell’equilibrio
gli altri 8 sensi:
i 4 sensi mediani sono sensi del sentire, che ci mettono in relazione con il mondo esterno:
calore, gusto, olfatto, vista
e
i 4 sensi superiori sono sensi sociali, che permettono di percepire e conoscere gli altri:
udito, parola, pensiero altrui, io altrui
Curando i sensi basali durante l’infanzia, quindi, si educano le capacità sociali dell’adulto: ciò che il bambino vive nell’esperienza inconscia, si trasforma in competenze sociali, che sono fondamentali nella vita adulta.
Approfondisci i 12 sensi indicati da Steiner, leggi “I dodici sensi, porte dell’anima” di Albert Soesman, un medico che scrive in maniera molto comprensibile, ma appassionata e profonda.
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