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Lo sviluppo del bambino procede per stadi. Su questo concordano Piaget, Steiner e Montessori.
Per tutti e tre questi importanti scienziati, i bambini non sono dei piccoli adulti, non sono strutturati come un adulto in miniatura. Lo sviluppo del bambino, nel suo complesso (corporeo, mentale, emotivo) avviene in anni di interazione con il mondo esterno e attraversa delle fasi.
Rudolf Steiner parla di tre settenni: 0-7 anni, 7-14 anni, 14-21 anni. La fine di ogni settennio corrisponde ad una tappa evolutiva fondamentale. Ad ogni tappa il bambino diventa maggiormente consapevole, sviluppa coscienza di sé e del mondo esteriore, matura dal punto di vista fisico, mentale, emotivo, spirituale.
Come aiutare lo sviluppo del neonato
Un bambino appena nato è un essere spirituale che proviene dal mondo spirituale e deve adattarsi alla materia.
Un lattante ha una coscienza che si può definire di sonno perché non ha consapevolezza di sé e di ciò che lo circonda. Il neonato, ancora collegato col mondo spirituale, prova nostalgia per il mondo da cui proviene.
Un neonato dorme molte ore perché ha bisogno di tornare “a casa” il più possibile durante i primi mesi di vita. Mentre dorme si ricollega infatti al mondo da cui proviene, il mondo spirituale.
Gli adulti hanno il compito di circondare il neonato di amore, di farlo sentire al sicuro e di conquistare la sua fiducia. In questo modo egli avrà voglia di restare maggiormente sveglio e di ambientarsi in questo nuovo contesto di vita.
Ecco perché un neonato piange tanto! Non è così facile adattarsi alla nuova condizione in cui si trova, considerando da dove proviene.
Lo sviluppo del bambino, i settenni e le tappe evolutive
Il primo settennio
Nei suoi primi anni il bambino cresce e si sviluppa moltissimo, acquista le abilità umane più importanti: impara a camminare, parlare e pensare. Come può farlo senza averne coscienza? La sua natura lo porta ad accogliere tutto ciò che lo circonda, senza filtri, e ad imitare gli adulti che si prendono cura di lui. E’ questo che permette al bambino piccolo di diventare un cucciolo di uomo: se non avesse modelli umani da imitare, non potrebbe camminare, non parlerebbe. Ecco perché guardiamo nostro figlio/a e vediamo noi stessi nei modi di fare, negli atteggiamenti. Ma non lo fa in maniera cosciente! Sta assimilando ciò che lo circonda, per poter crescere e svilupparsi come essere umano.
Su questo argomento leggi anche COS’È UN BAMBINO? DI COSA HA BISOGNO?
Noi adulti dobbiamo essere consapevoli del fatto che i bambini ci imitano in maniera profonda e che anche la nostra vita interiore li condiziona.
Tutte le forze del bambino, nei primi sette anni, sono concentrate sullo sviluppo dell’organismo. Tra il bambino e il mondo esterno non ci sono ancora filtri, non c’è un confine. Infatti, durante i primi anni di vita, tutto viene assimilato e concorre alla formazione del bambino.
Ecco perché è così importante auto-educarsi per educare un bambino.
Questa consapevolezza non ci deve bloccare o preoccupare, è naturale e non richiede che siamo perfetti, ma se siamo consapevoli è già molto importante.
Il bambino a 2/3 anni:
Il comportamento di un bambino di 2-3 anni può cambiare improvvisamente. A questa età il bambino non parla più di sé stesso in terza persona, ma inizia a utilizzare il pronome “io”. E’ come se il bambino realizzasse di essere un io separato dalla mamma e dagli altri. Allo stesso tempo realizza di poter decidere per se stesso. Per questo motivo inizia la fase oppositiva, che tanti definiscono ” la fase dei terribili due anni”. Ne parlo nell’articolo “I TERRIBILI DUE”: È SOLO UNA FASE DI PASSAGGIO
E’ solo una prima tappa dello sviluppo che porta ad avere una coscienza sempre più sveglia.
E’ fondamentale essere consapevoli di ciò che accade al bambino in questa fase, per poter guardare il “problema” da una prospettiva diversa.
Il bambino a 7 anni
Intorno ai 6/7 anni i denti da latte iniziano a cadere e vengono piano piano sostituiti dai denti definitivi. Rudolf Steiner ci insegna che tutto ciò che avviene a livello fisico è una manifestazione di qualcosa che sta avvenendo a livello spirituale. Il pensare del bambino si sta trasformando: inizia ad essere autonomo, cioè nasce dall’interiorità e non è più soltanto un pensiero automatico e condizionato.
Questa tappa di sviluppo segna l’inizio della capacità di imparare, di poter frequentare la scuola in maniera proficua e senza danneggiare la salute del bambino.
Come si sviluppa il gioco dei bambini da 0 a 7 anni
il bambino Da zero a 2/3 anni
Appena scopre le sue mani e i piedi, il bimbo inizia a giocarci. Quando cresce e inizia a muoversi nello spazio, ogni oggetto è da scoprire: lo mette in bocca, lo manipola per imparare, per conoscere.
il bambino a 2/3 anni
Il bambino ha raggiunto un grado di maturità, una coscienza più sveglia e un inizio di autocoscienza, che nel gioco si manifesta con la capacità di giocare e non più solo esplorare. Adesso può utilizzare la fantasia per trasformare tutto in ciò che desidera, per giocare liberamente e autonomamente. Vive mondi fantastici in cui un semplice oggetto diventa qualsiasi cosa lui desideri.
il bambino di 6 anni
Il bambino di 6/7 anni è abbastanza maturo per prefiggersi uno scopo nel gioco e ha una volontà più cosciente per raggiungere lo scopo che si è prefissato.
Il secondo settennio
Il periodo compreso tra i 7 e i 14 anni è il periodo in cui l’anima ha bisogno di nutrimento per svilupparsi al meglio. In che modo possiamo nutrire la sua anima? Il bambino del secondo settennio non ha bisogno di capire i concetti in maniera astratta, ma vivente. Perciò, il modo migliore per trasmettere la conoscenza e i concetti è utilizzando delle immagini simboliche, vive. L’arte è un’esperienza importante per la formazione del bambino.
Parlo di questo anche nell’articolo LA SCUOLA WALDORF È’ UNA SCUOLA RELIGIOSA? L’ANTROPOSOFIA È UNA RELIGIONE?
Il bambino a 9 anni
Fino a nove, dieci anni il bambino vive il mondo esterno come se tutto fosse collegato con le sue emozioni. E per questo, fino a questa età, gli elementi della natura hanno caratteristiche umane, emozioni, sentimenti e noi adulti non dobbiamo contraddire questo modo di vivere la natura.
Ma intorno ai 9 anni il bambino inizia a sentire che il proprio mondo interiore è separato dal resto del mondo. Questo cambiamento interiore può provocare una ferita nell’anima, può portare ad attraversare una crisi, può spaventare il bambino. Sulla crisi del nono anno leggi anche IL BAMBINO DI 9 ANNI. PERCHÈ È UN’ETÀ PARTICOLARE?
La didattica delle scuole Waldorf accompagna questo sviluppo, questa presa di coscienza graduale, proponendo le materie giuste al momento giusto e nel modo più adatto.
A 10 anni il bambino può mostrarsi molto diverso nell’atteggiamento, mostra una maggiore volontà, ha voglia di autoaffermarsi. Sul bambino di 10 anni ho scritto questo articolo COME CAMBIANO I BAMBINI A 10 ANNI?
A 11/12 anni il bambino riesce ad afferrare il nesso tra causa ed effetto, è intellettualmente maturo per farlo. Steiner dice che l’anima del bambino diventa arida se gli portiamo incontro la causalità prima di questa età.
Il terzo settennio: il ragazzo dai 14 anni
A 14 anni si diventa maturi per un giudizio personale: adesso si può fare appello al giudizio del ragazzo, prima no. Farlo prima di questa età significa nuocere al suo sviluppo.
Per il bambino del primo settennio è importante che il mondo sia buono, perché deve affidarsi, perché è immerso nel mondo e assimila tutto ciò che lo circonda.
Il bambino del secondo settennio ha bisogno di un mondo bello, per nutrire la sua anima e deve potersi affidare all’adulto che è il suo tramite per entrare in contatto con il mondo esterno.
Il bambino del terzo settennio inizia a cercare il vero: ha una coscienza e una capacità rappresentativa che richiedono di sapere, di conoscere il mondo per quello che è. Non c’è più bisogno di un intermediario che filtri, adesso il ragazzo ha una propria individualità da portare nel mondo.
“Un mondo buono da imitare, un mondo bello da sperimentare, un mondo vero da conoscere.”
Perchè si educa?
Steiner parla di forze invisibili che non percepiamo, ma che agiscono sull’uomo: il pensare e il volere sono due forze dell’anima che restano scollegate, poiché non ben sviluppate, fino ai 21 anni. La volontà è una qualità dell’anima che porta ad attivarsi, a muoversi, ad agire. Finché non è ben sviluppata e collegata con una capacità di pensiero sviluppato, non si possono portare nel mondo azioni consapevoli, mature e libere. E soltanto a 21 anni la volontà nell’uomo si sviluppa davvero.
Un uomo capace di mettere il volere nel pensare e il pensare nel suo agire, può essere un uomo morale. Per questo si educa il bambino: perché possa svilupparsi un individuo capace di agire in maniera morale e di avere un pensiero indipendente, che scaturisce dalla sua interiorità, non condizionato dall’esterno o dalle proprie necessità corporee e dagli istinti.
Nel libro Il sano sviluppo dell’essere umano – vol. II sono raccolte 8 conferenze di Rudolf Steiner sullo sviluppo del bambino. In queste conferenze Steiner parla del bambino dai 7 ai 9 anni, del ragazzo a 10 anni, del ragazzo dai 10 ai 14 anni, e dei ragazzi dopo i 14 anni di età.
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