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In questo modo, potrò continuare a scrivere e lavorare a questo progetto. Grazie!
E’ molto importante lavorare quotidianamente su se stessi e avere cura di sé quando si è genitori o insegnanti. Prima di potersi occupare del benessere dei figli o degli alunni, è necessario occuparsi del proprio benessere, della cura di sé.
La relazione genitori-figli e insegnanti-alunni deve essere curata, ma è importante prima di tutto prendersi cura di se stessi, trovare del tempo da dedicarsi, prima di dedicarsi alla famiglia e agli altri.
Ciò che si pratica ogni giorno diventa capacità: 10 minuti di meditazione o di studio o di riflessione possono migliorare il proprio stato d’animo e la relazione con i bambini. Avere cura di sé significa sapersi ritagliare del tempo ogni giorno, anche poco tempo, ma di qualità.
Sanna Dia, ‘Biography worker’, ha insegnato in una scuola steineriana per 12 anni in Olanda, dove ha lavorato anche come coach per sostenere lo sviluppo personale degli insegnanti, degli educatori e dei genitori. Oggi vive a Ceva (CN), dove organizza laboratori e incontri sulla Biografia.
Le ho rivolto alcune domande sul lavoro su di sé, l’autoeducazione, su come prendersi cura di se stessi per potersi prendere cura al meglio dei bambini.
Che tipo di formazione hai e di cosa ti occupi?
Sono stata prima alunna in una scuola steineriana in Olanda. Dopodiché ho studiato all’istituto d’arte ‘Intercultural theater and Education” e, successivamente, mi sono formata (e sto ancora approfondendo la mia formazione) all’istituto di Biografia in Olanda.
Mi occupo di sostenere chi desidera incontrare se stesso per prendere in mano la propria vita e di organizzare percorsi per genitori, educatori e insegnanti, che hanno il desiderio di conoscersi meglio per poter offrire ai figli/alunni un sostegno al loro sviluppo e alla loro libertà e autonomia.
In che modo si può lavorare sulla propria biografia e quali benefici può portare?
Porsi delle domande: da dove vengo? Dove mi trovo adesso e dove sto andando? Dov’ero prima di nascere e dove andrò dopo la mia morte? E cosa significano per me questi pensieri?
Si può meravigliarsi, osservare e percepire il percorso della propria vita attraverso diverse prospettive. Per esempio:
- esplorare e approfondire una domanda che vive nel cuore.
- Guardare la propria vita dalla nascita fino al momento attuale ponendo l’attenzione su ritmi, ripetizioni, somiglianze, parallelismi, differenze o caratteristiche di ogni settennio.
- Osservare il momento attuale attraverso i 4 diversi stati dell’essere umano: il fisico, l’eterico, l’ astrale e il mondo dell’Io.
Il beneficio è che, quando si riesce ad aprirsi, senza preoccupazioni, la meraviglia cresce nello sguardo e si possono trovare tesori nascosti nella vita quotidiana vissuta, tesori che fanno sentire il significato, che fanno capire chi siamo, che fanno capire che in ogni vita terrena le cose dolorose succedono, ma guardando indietro a questi momenti, spesso si rivelano come doni per la possibilità di uno sviluppo personale e spirituale.
Cosa significa lavorare sulla propria biografia?
Il lavoro sulla biografia può aiutare a sentire la vita come un “intero”, una sensazione che potrebbe mancare nei momenti di stanchezza, stress, dubbio o crisi; è un lavoro che può aiutare a capire da dove vieni, come andare avanti e di cosa si ha bisogno per arrivare a quel futuro desiderato. Ci sono tanti libri, esercizi e consigli da seguire, ma osservando se stessi e la propria vita attuale con grande attenzione, apertura e interesse, si può scoprire ciò di cui si ha bisogno per vivere più libero, più autonomo dentro la vita quotidiana.
Quali domande porsi come genitore per curare la relazione con i figli?
La domanda principale può essere questa: chi sei tu bambino? Ti ho dato un corpo e tu sei venuto a vivere dentro il nostro flusso d’eredità. Come posso osservare chi sei tu e non vedere dentro di te i miei desideri, ma aiutarti a scoprire i tuoi desideri?
La bella poesia di H. Köhler ‘Chi sei tu bambino’ si può davvero portare nell’agire quotidiano! Leggila qui
Un’altra domanda può essere: a quale sviluppo mi stai invitando? Di cosa hai bisogno nella fase in cui ti trovi? Conoscere le fasi generali dello sviluppo dei bambini e come risuonano nella vita adulta aiuta molto in questo.
In che modo si può lavorare su di sé?
Parlando con qualcuno che desidera ascoltare con apertura, senza giudizio e senza voler dare un consiglio, qualcuno che voglia aiutare a scoprire qual è la tua domanda; perché le domande sono ciò che mettono in moto il proprio sviluppo.
Il suggerimento è di cercare di prendere regolarmente una breve distanza interiore dalla vita quotidiana per osservare come si sta. Provare ad osservare le proprie emozioni, le azioni e i pensieri. E’ importante avere chiaro che non siamo le nostre emozioni o i nostri pensieri, ma che li abbiamo e che dobbiamo saperli ascoltare e guidare.

Consigli pratici per i genitori: avere cura della relazione con i figli
- Allenati a immaginare il tuo bambino prima di andare a dormire, finché l’immagine ti offre un sorriso. Questo rinforza la connessione tra voi.
- E fermati, per percepire di più. Parliamo così tanto ai bambini, mentre i bambini non sono ancora così svegli alla realtà, ma alle immagini, ai sentimenti e alle esperienze fisiche.
- Guarda tuo figlio con calma mentre disegna e prova a non dire niente! Guarda tuo figlio quando è arrabbiato, o quando non ha voglia di fare qualcosa. Guardalo, connettiti dal tuo cuore e cerca di controllare la tua opinione e il tuo giudizio sulla situazione. Un bambino spesso non ottiene molto dai nostri giudizi e da tutto quello che abbiamo da dire su di lui, beneficia solo della tua presenza amorevole, del tuo rispetto per la situazione in cui si trova. Dal tuo silenzio puoi sentire l’intuizione per approcciare le sfide educative con più dignità e precisione.
- Chiediti cosa stai educando veramente in tuo figlio. E chiediti se è anche quello che stai educando in te stesso. Vuoi che tuo figlio impari a controllarsi meglio, per esempio? E come ti eserciti a controllarti? Riesci a controllare il tuo pensiero, il tuo sentire, il tuo agire? Spesso il comportamento riflette qualcosa della nostra interiorità.
- Pensa alla salute della tua vita. Bisogna nutrire il corpo fisico, ma anche l’anima e la spiritualità. Cosa ti nutre? Riposare? Stare in natura? Leggere un libro? La musica? Rifletti su questo e prenditene cura! I bambini percepiscono il benessere, la gioia dell’anima e la connessione con se stesso dell’educatore.
- Non possiamo effettivamente educare un bambino, non possiamo cambiare il suo comportamento, possiamo solo aiutare il bambino a trasformare se stesso, il suo comportamento. Per fare ciò ha bisogno del nostro aiuto, del nostro impegno dignitoso.
Consigli pratici per gli insegnanti: avere cura della relazione con gli alunni
- Devi essere sinceramente interessato al bambino, oltre ai risultati del lavoro scolastico, fino ai dettagli del corpo fisico in cui egli esprime il suo essere. Prova a immaginare il bambino: che aspetto ha? Dov’era il bambino in classe, cosa indossava oggi? Com’è la forma del suo viso? Collo? Le spalle? E così via. Come tiene la penna? Prova a connetterti con il modo in cui il bambino si muove fisicamente e interiormente: come cammina, mangia, guarda, porta lo zaino, avvicina gli altri, inizia a lavorare. Ma senza giudizio! Bisogna connettersi pienamente con il bambino, lasciando fuori i pensieri, la simpatia o l’antipatia per lui. Il bambino percepisce lo sforzo che fai per connetterti con lui, anche senza che tu lo esprima a parole! Percepisce l’interesse che hai per lui.
- Scrivi (o condividi tra colleghi) cosa ti preoccupa o cosa ti dà fastidio nell’incontrare il bambino. Prima descrivi la situazione oggettivamente. Poi scrivi cosa significa per te, cosa ti fa sentire e pensare. Quali sono le tue paure o desideri per lui. Prova a trovare un’immagine o una metafora per questo bambino in questa situazione. Puoi anche disegnarlo. Quale domanda ti avviene attraverso questa immagine? Prendi la domanda e portala con te: di cosa ha bisogno questo bambino da me per fare il suo passo successivo? Così dai spazio all’ impulso per un’educazione che viene dal cuore.
- Considera le materie scolastiche non come l’obiettivo, ma come un mezzo per nutrire il bambino nel suo sviluppo personale. Tutto si basa sulla relazione personale o spirituale che hai con lui. Così scopri che i bambini difficili spesso sono nostri educatori, perché ti invitano e ti spingono a trovare nuovi modi di educare. Forse ha bisogno di un approccio meno cognitivo, più artistico, più manuale, più in movimento?
Anche l’insegnante deve evolvere e vivere l’esempio di quello che sta chiedendo ai bambini: di impegnarsi a evolvere.
In conclusione, il comportamento dei bambini è il nostro aiuto, il nostro specchio.
Mi commuove pensare che i bambini hanno portato con sé il compito di svegliare la potenzialità personale degli educatori: con il loro comportamento ti invitano a riflettere e a prendere in mano il tuo personale sviluppo.
Così nasce l’autoeducazione.
Sanna Dia Biography Worker | Facebook
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