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15 Aprile 2021

Punire e sgridare sono pratiche educative corrette?

I bambini piccoli sono esseri sempre in movimento, non sono ancora guidati dal pensiero e si muovono seguendo l’istinto e per imitazione. Per questo, per educare un bambino piccolo dobbiamo contare sull’esempio, non sulle spiegazioni, sulle richieste o sulle sgridate.

Questo libro mi ha aiutato nelle mie riflessioni sulle punizioni: “La Punizione nell’Autoeducazione e nell’Educazione del Bambino“

Sgridare i bambini serve?

Sgridare i bambini piccoli non serve, anzi l’approccio autoritario può spaventare, traumatizzare e inibire la volontà del bambino, che invece, proprio nei suoi primi anni di vita, deve potersi esprimere al massimo nell’attività. I bambini piccoli sono completamente esposti a tutte le impressioni che arrivano dal mondo e non hanno capacità di elaborarle. Per questo non capisce perché lo stai rimproverando!

Come educare il bambino piccolo quindi?

Il bambino piccolo imita tutto ciò che accade intorno a lui: atteggiamenti, toni, sentimenti, azioni. Ne parlo nell’articolo COS’È UN BAMBINO? DI COSA HA BISOGNO?
Se viene trattato in modo accogliente, amorevole e rispettoso, assorbe questo modo di comportarsi e nella vita sarà amorevole e rispettoso, anche nei nostri confronti, ovviamente!

Io ho notato che i bambini che ricevono tante sgridate, minacce e troppi “no”, rimproveri continui, punizioni, sono quelli più inclini a non ascoltare, a rispondere male, a dire bugie. Hanno assorbito tutto ciò dal loro ambiente, dagli adulti che li hanno cresciuti.

Come impostare le regole?

Le abitudini, la routine quotidiana, la ripetizione aiutano a stabilire regole con i bambini piccoli: possiamo portarli a fare ciò che riteniamo opportuno senza doverlo chiedere, ma con le azioni, con il gioco, con l’attività, con l’esempio.

Il bambino piccolo capisce le conseguenze delle sue azioni dall’esperienza, è inutile dirgli cosa non deve fare. Invece di dire sempre “no”, è più efficacie e salutare cercare di prevenire le situazioni pericolose o spiacevoli, organizzando opportunamente l’ambiente e la giornata.

Se sei violento, educhi alla violenza.

Un bambino che riceve uno schiaffo cosa impara? Che è lecito usare violenza quando si è frustrati e arrabbiati. Si insegna con l’esempio e la violenza genera altra violenza.

Come cambia il rapporto con il bambino dopo i 7 anni?

Dopo i 7 anni il bambino è meno guidato dai sensi: è ancora portato a imitare e assorbire dal suo ambiente, ma inizia ad avere una coscienza più sveglia e a cercare un riferimento, una guida, una persona autorevole, che gli faccia comprendere il mondo. Se vogliamo che ci segua, che ci ascolti, dobbiamo essere ai suoi occhi una figura autorevole, degna di rispetto. Non è certo difficile, visto che per i nostri bambini noi siamo tutto, siamo il loro mondo da quando sono nati e l’amore che hanno per noi è sconfinato e senza riserve.

Ma se non abbiamo costruito un rapporto di fiducia, se abbiamo vissuto i primi anni nel conflitto perenne con i nostri figli, allora diventa molto difficile poter essere una guida, un riferimento per loro.

Cosa fare quando un bambino non ascolta?

Se qualcosa non funziona, se un bambino non ascolta, se si comporta male, la prima domanda da farsi è sempre: cosa non funziona nel suo ambiente? Cosa posso cambiare in me? Cosa non funziona nella quotidianità? Magari abbiamo poco tempo per stare insieme in tranquillità, siamo sempre di corsa, dorme poco, mangia male?

Quando si arriva alla punizione è perché manca la consapevolezza di sé, mancano queste domande rivolte a se stessi.

Punire o educare con le azioni e le conseguenze?

Credo che la punizione non abbia alcun potere di far ragionare un bambino, anzi viene vissuta dal bambino come ingiustizia, come cattiveria, con rabbia o con rassegnazione, senza la vera consapevolezza del perchè.

Certo, ogni azione ha una sua conseguenza e mettere di fronte un bambino alla sua azione e alle conseguenze che ne sono derivate può essere una pratica educativa giusta.

Ad esempio, possiamo chiedere di mettere a posto un oggetto che è stato scaraventato di proposito, possiamo insegnare a chiedere scusa se si fa un torto a qualcuno. Queste sono conseguenze coerenti e non le chiamerei punizioni, ma pratiche educative: con l’azione si aiuta a portare a coscienza ciò che si può fare e ciò che non si dovrebbe fare.

Ovviamente dipende dall’età: un bambino molto piccolo, che non può capire ancora la conseguenza di un’azione, quale insegnamento può trarre dall’essere costretto a fare o dire qualcosa?

Punire di solito significa togliere qualcosa, vietare qualcosa che porta gioia nella vita del bambino, perché magari ha risposto male o ha fatto qualcosa che non doveva. Bisogna fare attenzione a non cadere nella ripicca, a non farsi prendere dai sentimenti del rancore, della rabbia, della delusione. Perché in questo caso si diventa ingiusti e non si sta agendo da educatore, da guida.

Punire i bambini serve?

Il più delle volte un’azione che crea scompiglio e dispiacere in famiglia, porta già con sé la lezione da imparare.
Un bambino non vuole recare dispiacere di proposito, anzi, se ha una buona relazione con i genitori, rimane dispiaciuto e si auto-educa, grazie al rapporto che ha con loro. E se non ha ancora abbastanza coscienza per poter comprendere il dispiacere che crea, non ha nemmeno coscienza per comprendere il senso di una punizione per ciò che ha fatto.

Non punire non significa lasciar correre oppure essere indifferenti o non adempiere al proprio compito di educatore. Io credo che le punizioni non abbiano senso, che siano ingiuste, che siano inutili, e che quasi sempre abbiano come unica conseguenza quella di peggiorare il rapporto tra genitori e figli. Se c’è una buona relazione tra adulto e bambino, basta uno sguardo, una parola, una conseguenza coerente.

Penso che si possa utilizzare questa lettura come punto di partenza per formare una propria opinione autonoma sulla pratica della punizione come mezzo educativo.

La Punizione nell'Autoeducazione e nell'Educazione del Bambino
Erich Gabert, Georg Kniebe
La Punizione nell’Autoeducazione e nell’Educazione del Bambino
Arcobaleno Edizioni
€ 15,00

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By: ifiorielestelle · In: Educazione del bambino

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Sono Dani, una mamma appassionata di pedagogia. Ho conseguito la formazione in pedagogia steineriana. In questo spazio parlo di pedagogia steineriana, di scuole Waldorf (mia figlia ne frequenta una), di sviluppo del bambino, di educazione.

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Sono Dani, una mamma appassionata di pedagogia. Ho conseguito la formazione in pedagogia steineriana e in questo spazio parlo di pedagogia steineriana, di scuole Waldorf, di sviluppo del bambino, di educazione.

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